NUTRO FIDUCIA!

di Tito Livio

Sul finire di ottobre del 1922, resosi conto dell'inconsistenza dei Poteri costituiti, rappresentati in particolare dal Governo di Luigi Facta, Mussolini si apprestava a dare la spallata finale al sistema.

Che la vecchia classe politica fosse decisamente superata dai tempi e dagli avvenimenti è fuori discussione. Che i vecchi notabili pensassero ancora ai giochi di potere e agli intrighi di Palazzo che avevano caratterizzato la vita politica italiana negli ultimi decenni è altrettanto probabile.

Resta la curiosità di sapere se, a parte Mussolini, qualcuno di questi notabili si rendesse conto della serietà della situazione oppure se, conformemente ad una tradizione dura a morire da noi, non si preoccupassero più di tanto, nella convinzione che tanto tutto si sarebbe alla fine aggiustato da solo, secondo le note formule dei "tarallucci e vino" o della "tempesta in un bicchier d'acqua".

Sta di fatto che il Presidente del Consiglio Facta pare fosse intimamente convinto che Mussolini mostrasse i muscoli per arrivare poi semplicemente ad un accordo con lo stesso Facta, entrando nel suo Ministero. Grazie a questo accordo, Facta avrebbe normalizzato la situazione e, en passant, avrebbe anche messo fuori gioco coloro che nel Palazzo maneggiavano contro di lui.

Il 26 di quel mese Mussolini aveva radunato a Napoli decine di migliaia di camicie nere e apertamente minacciava di marciare su Roma per occupare, manu militari, le Istituzioni.
E' in queste circostanze che, di fronte a chi gli prospettava il precipitare della situazione, il buon Luigi Facta pronunciò la celebre frase con la quale sarà ormai ricordato dalla Storia: "Nutro fiducia!".

Il giorno dopo, 27 ottobre, il Re licenziò Facta e nominò Mussolini Primo Ministro. Il resto è noto.

Altri commentatori più illustri (Antonio Socci su "Il Giornale" ) hanno già ricordato i fatti suaccennati, per accostarli alle vicende dei giorni nostri. Del resto, i comici atteggiamenti di Prodi negli ultimi tempi non potevano che suggerire un tale accostamento, anche senza bisogno di essere studiosi di storia.

Non vorremmo scrivere che, oggi come allora, la situazione in Italia sta precipitando, per non passare da catastrofisti. Certo però che, quando vediamo il Governo ed il suo Premier presi a schiaffi da francesi, spagnoli e tedeschi (v. all. 1), presi a schiaffi dal Comandante dei Carabinieri, presi a schiaffi da Magistrati in delirio, ricattati dai Rifondatori del Comunismo e dalle sceneggiate della Triplice Sindacale, e ancora che propongono di far pagare le tasse a chi vive di una pensione di 7 milioni di lire l'anno, che impongono tasse aggiuntive di 3-4 milioni l'anno a famiglia al ceto medio produttivo, che provocano un disastroso regresso della produzione industriale (e ogni punto percentuale in meno corrisponde grosso modo a 100.000 disoccupati in più), che non sapendo più cosa fare pensano ad imporre (non ridete) tasse pure sull'IVA che già si paga (sic), che rifiutano di parlare alla stampa non allineata,ecc., in queste condizioni dicevamo, è difficile pensare ad altre immagini che a frane e precipizi.

Senza contare che un sondaggio dell'altra settimana rivela come, di fronte allo sfascio delle Istituzioni, sia salito a ben il 36% il numero di coloro che al Nord non sarebbero contrari all'idea della secessione!

In tutto questo, come noto, il giulivo Romano Prodi continua non dico a "nutrire fiducia", ma addirittura a "non vedere problemi".
Anzi, se qualcuno si fosse distratto, proclama infastidito: "Ma quali problemi d'Egitto! Mai vista una situazione così tranquilla!" (v. all. 2) e poi: "Ma quali divergenze in seno alla maggioranza! si discute alzando la voce, ma poi tutto finisce in un bicchiere d'acqua!".

Bene, se lo dice lui, nutriremo fiducia. Il problema è che non riusciamo a toglierci dalla testa quel dubbio tipicamente romano: "ma ci fai o ci sei?".

Certo, nel caso di Facta, non vi sono dubbi sulla buona fede, anche perché il brav'uomo era stato un po' costretto ad accettare l'incarico di formare il Governo, e l'aveva fatto con riluttanza. Nel caso di Prodi... è difficile dire.
Sappiamo come egli abbia pedalato in lungo e in largo per ottenere quel posto, prendendo l'impegno di risanare lo Stato senza aumentare le tasse e di riportarlo alla normalità turbata, portando tra l'altro come prova delle sue capacità il presunto risanamento del bilancio dell'IRI, quando ne fu Presidente. Come noto, per presentare in attivo il bilancio dell'IRI, fu scorporato, grazie ad artifici contabili, il pesante passivo (3000 miliardi) della siderurgia, che pure è parte integrante dell'IRI.
Che sia questo il metro giusto per capire gli atteggiamenti giulivi attuali?

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