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La vera storia della vita di Casone
ovvero
come essere imbecilli condiziona la schismogenesi
delle popolazioni creole latino-americane

Non per vantarmi, ma penso di essere nel campo dell’imbecillità e delle battute infelici una vera autorità vivente; dopo una vita passata all’insegna di un insigne autogrill del tratto Milano-Voghera  nel ruolo di Voghera – interpretazione che mi è poi valsa l’Oscarafaggio d’Orello al festival di Argenta – posso finalmente affermare:
- Ebbene sì mi piace il cacio ma i maccheroni mi fanno
veramente cagare - e non crediate sia stato semplice, la ricerca della spinta interiore che mi ha portato a cotali auliche considerazioni ha una storia lunga e travagliata.
Dopo la suddetta esperienza autostradale, durata quanto basta per riportare in maniera permanente escoriazioni purulente, dovute alla mostruosa presenza del già citato Grill 960° De Longhi col quale ero costretto a lavorare attiguamente per ragioni di con/tratto. Milano-Voghera appunto. Dicevo dopo tutto questo mi ritrovai Solo e Skywalker e andammo a farci una bionda. Luke la teneva, mentre io e Ian, a colpi di randa, lavoravamo spalla a spalla per renderle Pen per ficaccia a quella inerme, innocente, colitica, lurida troia. - Ben gli stava – pensavo tra me e me (cercando di parlare con entrambe) riferendomi al fiore che al termine della violenza le avevamo leggiadramente depositato sulla folta, e ormai disordinata chioma bionda, quando d’improvviso mi sentii straniato, abulico, inconcludente.VOTO 4,5. Cos’era successo a quel giovine stacanovista che nelle brevi (ahimè troppo brevi) pause di lavoro trovava sollievo e serenità abbuffandosi selvaggiamente coi suoi compagnucci di merende nei pressi di Firenze? Cos’era accaduto a quel giovine di belle speranze che spergiurava di sperare le più disparate speranzose speranze? E lo sperma? Sparuto d’accordo, ma mai sparito. Devo ammetterlo ero spaurito.Avevo perso la gioia di vivere.
Eccomi quindi senza una mèta girovagare per il mondo con un unico scopo: trovare l’altra mèta e ricomporre l’ìntero.
Così pensai bene di votarmi alla Passività. Purtroppo essa è l’unica dea che la FIFA non riconosce come tale in nessuna delle 35467238754198,1111 religioni esistenti al mondo, e per darmi una lezione esemplare, e per divertirsi alle mie spalle, Blatter mi fece internare in un peschereccio austro-afgano chiamato Dorotea, più noto come la ” Sodoma dei mari “.
Ora, non starò ad angustiarvi con le efferate torture al quale fui sottoposto( basti sapere soltanto che la più sopportabile consisteva nel limonare con Marco Masini per tutta la durata del suo fortunato album Malinconoia; cosa in effetti ci facesse Masini nella Sodoma dei mari non è dato sapere) comunque in una maniera o nell’altra riuscì a divenire l’amante del Capitano, tale Massimo D’apporto, da tutti affettuosamente chiamato Kim (Bo).
Una volta entrato pienamente nel mio ruolo di omosessuale – naturalmente passivo – fu facile escogitare un piano per fuggire: Mai sazio della lezione del filosofo Cortesio – escogito ergo sumo; favoriscine un altro, no sono sazio grazie – mi trasformai in un lottatore di Sumo formidabile. Forte della mia nuova condizione fisica di obeso galattico riuscii a convincere il capitano a scaraventarmi fuori a calci in culo in pochi minuti: giusto il tempo di un caffè miscela a Roma antica ce sta nu fregnaccione che se nun gliè piaci te tira un cazzottone.
Ero in salvo, in alto mare, ma in salvo. Rimasi in quella condizione galleggiante per circa 4 mesi nutrendomi solamente di me stesso, osservandomi violenza il più accuratamente possibile affinché le cicatrici che segnavano l’asporto della carne dalle mie natiche a scopo nutrimento, risultassero il più lievi possibili. Ritornai così al mio normale peso forma. Ero stanco, de nutrito( e infatti in vita mia non mangiai più nutrito, mai più!!), e con una voglia di scopare che rasentava i limiti dell’indecenza. Pensate a me povero naufrago che tutto il tempo, giorno e notte, adoperavo le mani solo per nuotare.
Il più arguto di voi potrà muovere l’obiezione – ma come non hai appena detto che mangiavi anche – la mi risposta sarà lapidaria – Fatti i cazzi tuoi pezzo di stronzo -.
Un giorno mi risvegliai, ormai sfinito in riva ad una spiaggia assolata. Sembrava un bel posto, ampio, pieno di ombrelloni e di gente felice. Era un sogno. Ero vivo. Ero felice.      Anzi no, ero Casone.
D’un tratto venni attorniato da furtive figure nere, e non erano nere nel senso retorico del termine, erano proprio nere, negre.UH UH. La mia felicità svanì di colpo, cazzo in pochi attimi più di trecentomila marocchini mi attorniarono brandendo i loro affilati coltelli da extra comunitari senza un regolare permesso di soggiorno e gridando – afagaret nudrets coca fumo trip!!!!!!!! -.
Ero spacciato (ah ah ah battutissima). Provai così a ricordare le ultime preghiere, ma ricordai che al catechismo, a suo tempo, preferii il masochismo che mi rese sì più audace e mattacchione, ma mi privò del materiale da proferire per l’estremo addio. Provai con le bestemmie, quelle chissà perché le avevo imparate.
A quel punto che ci crediate o no( in DIO intendo) successe un fatto prodigioso. Eh sì caro lettore, perché Dio ascoltò i miei reclami, e chissà se per punirmi ulteriormente o per salvarmi spaccò in due le acque del mare Adriatico, e io vidi(giuro con questi occhi), un’orda di persone, brutte, sporche e cattive, corrermi incontro al grido – scafisti PRRRRRR - .Era l‘ALBAnese di un nuovo millennio. Ah sì, piovvero anche delle rane, ma questa non era una novità.
Giunti alla riva albanesi e marocchini iniziarono a scannarsi tra loro come suini, per il controllo della droga e della prostituzione.
In mezzo alla rissa, non riuscivo a concepire che l’unica ancora di salvezza era la fuga. Ad un tratto un albanese mi corse incontro brandendo una siringa sulla quale svettava la scritta-AIDS MORTE ISTANTANEA-  berciando questo curioso distico – L’albanese vien di notte, con le scarpe tutte rotte, sulle spalle una puttana viva viva Berisha-.
Socchiusi gli occhi e aspettai la morte quando un grido sormontò i bestiali vagiti della battaglia:
-Stronzo!!  Non fa rima e per questo meriti di morire Stolido Frocio-.
Distinsi chiaramente il rumore di una randellata, poi mi sentii afferrare e trascinare al di fuori della rissa, finalmente riaprii gli occhi. Il pericolo era scampato mi trovavo su una collinetta che dava proprio sul campo di battaglia, io era salvo ma lo scontro proseguiva.
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CASONE