Aspetti terapeutici complementari
all'attivita' sportiva schermistica e prospettive terapeutiche per altre discipline.
Nel proseguo della nostra preparazione
dell'allievo nelle sedute sportive di allenamento, molta importanza assumono sia la fase
della lezione che quella del gioco aggregativo. La prima facente parte di una cosidetta
"specifita'" della disciplina, e l'altra a carattere aspecifico ludico. La
lezione e' da considerare un'attivita' che privilegia un contatto visivo, faccia a faccia,
individuale dell'allievo, con il trainer, sul piano di una sorta di "colloqio"
giocoso relativamente guidato, innestando una relazione terapeutica (con un'utilizzazione
di transfert) che si centra sui seguenti fattori psicologici: (escludendo quelli tecnici)
-la suggestione -l'abreazione -la manipolazione del transfert, con l'accentuazione dei
suoi aspetti positivi. Con questa sorta di intervento non ci si propone una modificazione
strutturale della personalita', ma se ci fossero, e' rivolta alla riduzione dei sintomi,
delle manifestazioni caratteriali piu' disturbanti. Esempio, cercando di traslare le
difese egodistoniche con difese piu' egosintoniche (avendo inoltre l'apporto della griglia
d'osservazione dei meccanismi di difesa ) o il rafforzamento di alcune difese utili, e a
controllare sottostanti emergenze psicotiche, e se si e' in grado modificando un Super-Io
troppo rigido e rafforzando un'Io debole. Le lezioni non devono essere piu' di una o al
massimo due settimanali e mantenere queste caratteristiche terapeutiche (quando ve ne e'
bisogno) per un paio di anni, sempre in eta' di latenza. Questa metodologia segue
pari-passo una psicoterapia di orientamento analitico. Sovrapponibili a questa "sorta
di terapia sportiva" individuale, vi e' nella fase di preparazione "non
specifica" quella dello psicodramma di I. Moreno* applicabile ad un contesto sportivo
ludico educativo, scolastico ed extrascolastico, come lo stesso psicoterapeuta proponeva.
Lo psicodramma deve iniziare dal bambino. La struttura educativa che puo' essere
considerata come una clinica psicodrammatica in embrione e' la scuola materna ed
elementare (Moreno), ed io aggiungerei gli ambienti correlati ad esse, palestre, sale di
scherma ....., l'aiuto offerto "dall'intervista psicologica" deve essere
sostituito dalla catarsi dell'azione! *N' (del gioco, per eccellenza e perche' no anche e
soprattutto quello schermistico...) mediante l'elaborazione dei problemi dei giovani con i
giovani che fungono da attori sulla scena (es. piu' concreto dell'assalto non esiste).
N' Freud ha sottolineato che il metodo catartico
(terapeutico e di indagine clinica) e' l'immediato precursore della psicoanalisi, e
nonostante tutti gli ampiamenti dell'esperienza e le modificazioni della teoria ne
costituisce tuttora il nucleo.
Lo psicodramma necessita: di una scena, di
un'eroe della rappresentazione, di uno psicodrammacista che promuove l'azione (il
trainer), di un'equipe psicodrammatica (Io ausiliario) data dai collaboratori del trainer,
un uditorio, il pubblico che fa da eco al protagonista manifestando le proprie emozioni.
Ora sulla base di questi fondamentali assunti si possono organizzare moltissimi giochi o
situazioni teatrali di gioco: -con varianti di personaggi -a specchio -ad inversione di
ruolo -a giochi di ruolo ed arrivando addirittura a proporre organizzazioni di gioco molto
simili agli assunti finali di un'assalto schermistico. Questo tipo di approccio ludico
psicodrammatico favorisce la catarsi e l'abreazione, requisiti base per un assalto che
possa poi mettere in mostra durante l'interazione schermistica (ma non solo schermistica)
il comportamento (behavour) del bambino, rendendolo direttamente visibile, osservabile e
misurabile (si veda a proposito la griglia in aspetti psicoanalitici precedentemente
esposta) L'attenzione non e' qui, da parte dell'analista sportivo, rivolto alle
"libere osservazioni" del soggetto, bensi' sulla liberta' con la quale ciascuno
sara' in grado di assumere il proprio "ruolo". Le osservazioni dell'analista
psicodrammaticista sportivo sono contratte sull'individuo e sul gruppo. E' importante
inoltre sottolineare come in questi giochi a carattere di psicodramma le azioni
terapeutiche si svolgono reciprocamente fra il "protagonista" ed il
"gruppo" e che entrambi ne trovano giovamento. Si raggiunge cosi' li scopo di
poter migliorare l'adattamento alla realta' del giovane aiutandolo a modificare se ve ne
e' bisogno le proprie relazioni interpersonali. Nei nostri approcci abbiamo notato come
alcuni ragazzi con qualche particolare difficolta' a verbalizzare i propri conflitti
trovino grosso giovamento nello sfogo catartico del gioco e poi dell'assalto schermistico,
diretta conseguenza. E' poi possibile attraverso una proposta di utilizzo dello strumento
analitico transazionale di E.Berne* nella disciplina schermistica, la potenziale
estensione dell'osservazione clinica nell'interazione trainer-atleta nel periodo di
latenza,nella fase adolescenziale ed adulta. La base da cui partiamo per la proposta di
lavoro è quella delle esperienze precedenti riguardanti le nostre ricerche sugli, aspetti
psicoanalitici dell'attività sportiva, le nuove metodologie di osservazione applicate
alla scherma nell'età evolutiva, ovvero le griglie di osservazione utilizzanti i
meccanismi di difesa classici di A.Freud. Paragonate queste a comportamenti e varie
posture durante l'attività sportiva,messe in atto da giovani atleti durante l'interazione
ludica, ci è sembrato interessante indagare sulla potenzialità di estendere i nostri
studi in campo sportivo,allo strumento transazionale clinico.* La già accennata
metodologia clinica di osservazione diretta ci permette in seconda battuta di poter
raffrontare i vari meccanismi messi in atto durante l'interazione con eventuali Stati
dell'Io interessati. Si può così verificare quale tipo di comunicazione transazionale vi
è stata tra i due atleti durante le varie fasi della preparazione all'assalto
propedeutico e dell'agone vero e proprio. Si confrontano quali stati dell'Ego*, chiamati
Genitore, Adulto, Bambino, la disposizione della personalità in un particolare punto del
tempo,con i meccanismi di difesa classici. Si può così classificare come:(Tav 1) Ora
traslando durante l'interazione dell'assalto schermistico i singoli comportamenti di
entrambi gli atleti con gli Stati dell'Io corrispondanti si otterrebbe un interessante
verifica di quali comunicazioni e transazioni vengono messi in atto, ad es:(Tav 2)
Questa interazione nell'esempio è avvenuta
durante una precisa fase dell'assalto ed è complementare, ovvero vi é comunicazione , ed
il gioco "agonistico" può continuare. Siamo nella fase del rituale e del
passatempo.* Ma la transazione potrebbe essere anche chiaramente diversa ad esempio in una
condizione incrociata nel caso vi fossero più transazioni osservabili e sovrapponibili in
un breve periodo di tempo considerato. Si entrerebbe così nella casistica delle
transizioni ulteriori che si dividono in angolari e duplici. Si apre così il potenziale
campo alla clinica dell'osservazione in analisi transazionale in campo sportivo. E' chiaro
che é possibile estendere le osservazioni anche a formule di espressione clinica diverse
dall'osservazione dei meccanismi di difesa ,ma ciò avverrà non più in pedana durante
l'assalto schermistico codificato da regole e comportamenti "più rigidi", ma
nelle fasi pre-schermistiche di gioco di gruppo, dove è altresì agevole applicare il
G.A.B.* transazionale nella interazione fra due o più persone. Altro luogo di interazione
di interessante osservazione é quello durante la singola lezione schermistica, che come
é strutturata permette sia una definizione di "contratto tecnico terapeutico"
che se ben gestita uno scambio di ruoli all'interno della seduta tecnica . Tale seduta
può durare nei soggetti post-adolescenziali anche trenta minuti. In questa fase il
Maestro terapeuta è facilitato dalla condizione "viso a viso" e dalla verifica
immediata del gesto tecnico tradotto in azione, quindi di uno strumento sul Sé
dell'individuo di immediata valutazione. Anche in questo campo è altresì interessante
verificare le interazioni G.A.B. che si verificano tenendo presente il contesto a due e
l'eventuale partecipazione di ulteriori fattori,come il gruppo di osservatori ecc...
Ricapitolando la metodologia analitica transazionale G.A.B. é verificabile ed osservabile
e quindi materia di studio e di propedeutica clinica sia: 1) durante l'interazione
dell'assalto nella fase agonistica a due; 2) durante la fase pre-agonistica fase iniziale-
nel gioco di gruppo; 3) durante la fase di lezione a due. Il materiale raccolto durante le
"sedute" cliniche può essere poi riverificato e discusso in sede di
supervisione grazie alla ripresa cinematografica e la registrazione, senza alterare la
componente epistemologica del lavoro. Tali griglie cliniche di raffronto sono
ulteriormente ed eventualmente estendibili anche alle discipline del tennis e del
tennistavolo,nelle tre fesi sopradesritte. Nelle arti marziali e nelle discipline sempre
individuali come il tiro non é osservabile con facilità nella fase agonistica , ma è
osservabile nella fase di preparazione e di lezione. E' invece di facile lettura ed
utilizzo in tutte le attività sportive di equipe. Personaggio previlegiato e fautore
della buona riuscita della terapia transazionale in campo ludico-sportivo é il trainer
che può essere vicino con l'utilizzo dello strumento analitico-transazionale alle
esigenze manifestate dagli atleti e ne può seguire lo sviluppo psicologico e di crescita,
rispondendo in maniera adeguata alle richieste dell'atleta -uomo. Nota bibbliografica 1)
Giberti F., Rossi R.: Manuale di Psichiatria. Piccin Padova 1983 p. 395-397. 2) Levy J.
Moreno: Principi di sociometria, di psicologia di gruppo e sociodramma. ETAS Kompasy 1964.
3) Lemoine G.P.: Lo psicodramma. Feltrinelli Milano 1972. 4) Moreno L., Moreno T.: Manuale
di psicodramma. Tecniche di regia psicodrammatica. Astrolabio Roma 1987. 5) Freud S.:
Opere di S. Freud. Trat. C. Musatti, Boringhieri Torino 1966-80.
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